Da qualche mese, nel centrodestra, con cadenza regolare, si è costretti a sorbire la lezioncina di certi oracoli, a loro dire depositari della verità, secondo i quali il PdL sarebbe un partito in sonno, senza dialogo ed in balìa della Lega. A loro piace discettare di tutto, dall'esegesi dei cinepanettoni, alla fenomenologia delle scorribande extra-calcistiche di Balotelli, ma l'argomento di gran lunga preferito è sparare sul PdL (e sul suo leader), definendolo un partito senza democrazia, senza dialogo, senza idee, inzuppato di veline, al traino dei rozzi valligiani leghisti.
E' impossibile non far sommessamente notare come il PdL dormiente abbia infilato, in due anni, un filotto di successi elettorali senza precedenti, conquistando solide maggioranze in Parlamento, nella rappresentanza italiana di Bruxelles, per concludere qualche settimana fa con i risultati delle regionali, dove il dormiente Popolo della Libertà e soprattutto il suo Cesare, sono addirittura riusciti a far mettere agli elettori del PdL del Lazio la croce sul simbolo della lista della candidata a Governatore, nonostante il simbolo fosse più adatto ad un manifesto per uno sciopero generale della CGIL o di un qualunque partito leninista dei lavoratori.
Questi oracoletti, che anche in queste ultimi elezioni si sono messi a fare campagna elettorale ad urne chiuse quando uscivano le prime proiezioni, pretendono ora sia di dettare i tempi del percorso delle riforme sia di scegliersi la compagnia con cui farle. Peccato che quando Berlusconi in campagna elettorale ha parlato di presidenzialismo, il presidente della Camera ha rotto il suo silenzio elettorale - lui dice motivato dalla sua carica istituzionale - bollando l'uscita del Premier come propaganda.
Ora i finiani ci dicono che il PdL sulle riforme istituzionali dovrebbe battere un colpo per non lasciar strada alla Lega. A meno che non ci siano germi di schizzofrenia, in tal caso è giusto notare che in questo campo la scienza ha fatto passi da gigante, è ora di smetterla di parlare ex-cathedra, sarebbe meglio scendere dal piedistallo e dare serenamente, secondo le proprie sensibilità, un contributo serio a questo nuovo percorso di riforme, senza pontificare, né discettare.
E' ora di farla finita con questa aria di supponenza un po' saccente e molto arrogante, con questa finta voglia di volare alto per poi colpire basso, anche perché, come si è visto di recente, i voti si contano e sono reali, mentre le prediche e i moniti se li porta il vento..
Non interessa più a nessuno come i nostri oracoli vogliono morire, e comunque morire leghista non mi dispiacerebbe. Per intanto preferisco vivere berlusconiano. (l'Occidentale)
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3 commenti:
Intanto è arcinoto che non esista democrazia interna al PdL. Per dirne una nessuna regola è stata votata da un'assemblea e lo statuto è stato depositato dal notaio 2 mesi prima del congresso (per tacere sul fatto che Forza Italia non ha MAI avuto un congresso).
Inoltre portare come esempio le vittorie elettorali non fa fare bella figura. Vi ricordo che il centro-destra ha perso tutte, dico tutte le elezioni dal 2001 al 2006 eppure non è cambiato nulla. Chi era attaccato alle poltrone tale è rimasto.
Se siamo messi così, tra morire leghista e vivere berlusconiano ... Contento tu..!
Sono contento di vivere berlusconiano e mi piace "perdere" le elezioni.
Il padrone ha sempre ragione
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