Referendum: il sì vince ma non convince. E’ solo una battuta per "sollevare lo spirito" in mezzo a tanta confusione. La sinistra politica e sindacale sta dando di sé uno spettacolo indecoroso. Cgil, Cisl e Uil, poche ore dopo la chiusura delle urne, hanno reso noto gli esiti di una specie di sondaggio riferito a 115 aziende-campione, da cui risultava che più dell’80% dei lavoratori votanti ha approvato il protocollo del 23 luglio. Immediatamente insorgeva Giorgio Cremaschi (in quale altro paese civile un visionario allucinato come il "nostro" avrebbe tanta audience sui media?) per dichiarare l’inattendibilità dei dati. Poi è seguito l’elenco di tante aziende blasonate schierate per il no. E, infine, a notte fonda, è arrivata la conferma – contestata - della vittoria delle segreterie confederali; ma l’analisi del voto consentirà alla sinistra comunista di "interpretare politicamente" il risultato della consultazione e di confermare una valutazione negativa nel Consiglio dei ministri e in Parlamento. Questa esecrabile messa in scena pone una serie di interrogativi inquietanti.
E’ ancora una maggioranza affidabile quella che si riconosce nell’Unione del serafico Romano Prodi? I temi controversi non sono di scarso rilievo. I sindacati (che sono pur sempre gli "azionisti di riferimento" dell’attuale maggioranza) hanno espresso – sia pure con sfumature diverse – un giudizio positivo sull’accordo di luglio (qualche leader sindacale si è persino fatto prendere la mano scomodando a sproposito la storia del dopoguerra); le medesime entusiaste valutazioni le ha fatte Romano Prodi coi suoi ministri di tempra riformista. Persino la Confindustria, alla fine, ha sottoscritto l’intesa (dalla cui definizione era stata emarginata). In tanti si sono pronunciati per l’intangibilità del protocollo (magari nello stesso momento in cui negoziavano dei "contentini" per il Prc, il cui obiettivo è soltanto quello di salvare la faccia). Eppure, mentre una parte della maggioranza intonava dei peana di entusiasmo, le forze della sinistra reazionaria esprimevano giudizi sempre più critici fino ad accusare i vertici dei sindacati di veri e propri brogli. Siamo, dunque, al di là dei dissensi politici. E’ venuto meno il fondamento di un’alleanza: il reciproco rispetto, la fiducia degli uni negli altri. Si conferma ogni giorno di più un giudizio azzeccato di Nicola Rossi: la sinistra, ora forza di governo, sconta tragicamente il "modo dissennato" con cui ha fatto opposizione nella passata legislatura.
Hanno imposto al dibattito politico un’agenda distorta, ingigantendo, con un colpevole supporto di media culturalmente asserviti, problematiche come il "precariato" a soli scopi elettorali. Finendo, così, per seminare – al di là dei dati reali – un’ondata di autocompatimento assolutorio di un’intera generazione di giovani. L’Italia ha tassi di precarietà inferiori a quelli della media UE-15 e di altri grandi nazioni europee, ma da noi questo problema è divenuto un’ossessione. Si prendono a riferimento – per valutare la condizione dei giovani d’oggi, i quali si avvalgono comunque dei privilegi di una società più ricca – modelli di lavoro e di vita esistiti solo nella fervida fantasia degli apologeti del comunismo (un regime in cui era precaria persino la permanenza in vita). Come se ci fosse stato un tempo in cui bastava svoltare l’angolo o dare un calcio ad un sasso per trovare dei posti di lavoro stabili e ben retribuiti. Un tempo magico in cui i giovani abbandonavano a vent’anni la casa paterna divenendo immediatamente proprietari immobiliari grazie alla stipulazione di mutui generosamente offerti dalla banche.
Questa epoca del Bengodi chiama in causa gli sciagurati anni Settanta, quando le aziende (magari a partecipazione statale) crescevano come funghi ed inghiottivano decine di migliaia di lavoratori (accumulando perdite ingenti a carico della collettività). E l’inflazione (alla faccia dei mutui) era pari non solo a due cifre ma a due decine. E i giovani si sposavano prima, ma decidevano di andare a vivere con la famiglia di uno dei due coniugi.
Tornando a noi, che cosa succederà adesso a partire dal Consiglio dei ministri di venerdì? Se Prodi creda che il cammino davanti all’Esecutivo sia in discesa, sbaglia. Il Prc ha fatto capire di essere disponibile a trovare delle soluzioni (a cui già si è lavorato nei giorni scorsi). Ma questo partito - per dirla con Mastella - "non si farà processare nelle piazze". La maggioranza ha un problema: la mega-manifestazione del 20 ottobre potrebbe scappare di mano agli stessi promotori e risolversi in una contestazione dell’eventuale "compromesso" accettato dal Prc. Capita agli "apprendisti stregoni" di non riuscire a controllare le forze malefiche che hanno scatenato. Successe già quando, durante la visita del presidente Bush, piazza del Popolo era vuota. E i "movimenti" marciavano altrove. (l'Occidentale)
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6 commenti:
IO PENSO AL RING
MA UN RING SPAZIOSO DOVE STANNO PUGILI A BIZZEFFE. E CHE COME AL WISTRLING (SI DICE COSI?) SE LE DANNO TUTTI DI SANTA RAGIONE.
ROMANO E' IL DIRETTORE DI GARA.
POI CI SONO I BUONI (che sarebbero i moderati)
POI I CATTIVI (che sarebbe la sinistra)
Ora come nel match summenzionato di botte se ne danno tante, ma è tutta una finta. Aria fritta.Quello che s'incazza sempre a bestia è il sor Clemente.
Poi viene il Lamberto che mostra un impeccabile aplomb.
Pannella starnazza, ma alza solo un po' di polvere.
Rutelli si mostra pacato e impertubabile.
di là (cioè dal lato dei cattivi)
Ferrero digrigna i denti.
Bertinotti lascia interviste con la erre moscia.
SOPRA PALAZZO CHIGI SI ADDENSANO NUBI MINACCIOSE.
Questa è la volta dello sgambetto.
Berlusconi guarda la scena con l'acquolina in bocca: stavolta ... !
Grande riuniune al senato.
Vola un po' di tutto: striscioni, insulti, pronostici, auspici, critiche e controcritiche, accuse, ogni tanto si azzuffano
poi
si arriva alle votazioni
Stesso risultato. Si sono messi daccordo?
Macché. Era tutta una farsa.
ps
E quando le cose si mettona male arriva di corsa con l'ambulanza la Lady Rita.
E MO' SARIVA ALLA SCAZZOTTATA SUR WERFARRE.
CHE PRIMA ER GOVERNO HA DETTO CHE NUN SE TOCCA. POI TE CAMBIA IDEA E DICE CHE SE TOCCA MA POCO. QUARCUNO INVECE DICE AMMAPPETE! CHE RITOCCATA! -MA NUN SE PARLA DE TOCCATE AR SEDERE- CERTE MAZZATE DA DECCINE DE MIJARDI!!! ACCHI? MA A QUELLI CHE PAGHENO LE TASSE!!
INZOMMA ER SOR CREMENTE SEMPRE NFEROCITO COME NA PANTERA NUN SE' SENTITO. IL LAMBERTO SE' ANNATO A NASCONNE E VA A SAPE' DOVE CHE STA. CICCIO BELLO ANCO LUI N'A DETTO NA PAROLA MA SE PO' DA' CHE A UN CERTO PUNTO DICA CHE VA TUTTO BENE.
FATTO STA CHE SE LEVANO DA COJ... LO SCALONE E LO SCALINO. INZOMMA SE SCACIANO TUTTE LE BARIERE ARCHITETONICHE. LE TASSE ALLOPERAI NUN SE POTENO ABBASSA' PECCHE' ER SOR VINCENZO (CHE SAREBBE ER COMPARE DE P.STIOPPA) CIA' FATTO SAPE' CHE LE CASSE DELLO STATO SO' VOTE.
E NOI CHE STAMO A FA?
LEGGEMO A CARTELLA DE 'E TASSE E DIMO -AMMAPPETE COME SO' BELLE! SPERAMO CHE NE RIVINO DELLATRE!
HO CONSURTATO 'NA CHIROMANTE CHE SULLA SFERA DE CRISTALO A LETTO CHE AR SENATO LAMBERTO SE METTERA' A LEGGE ER GIORNALE E SENZA PENZACCE DIRA' DI SI. ER SOR CREMENTE FARA' UN CASINO DELLOTTANTA MA POI CE VERRA' A DI' CHE L'AGGIUSTATINA NON PUZZA DE CACIO ANDATO AMALE E CHE LA PO' INGOIA' TRANQUILLAMENTE.
INTANTO ER SOR ROMANO MANDA A PIJA' A SORA RITA PE' TIRALLA FORA DALLA RIANIMAZZIONE E COSI' DOPO TANTE SCAZZOTTATE ER SOR FRANCO CE DIRA' -ER SENATO APPROVA!
E NOI INTANTO LO STAMO A PIJA ...
Due milioni all’anno in ascensori
E nel Palazzo salgono solo le spese
Bocche cucite a Montecitorio sui lavori in corso per collegare il quinto piano con l’attico che ospita gli uffici del gruppo Italia dei Valori. Un cantiere aperto da tre mesi, che non si sa chi abbia commissionato e quanto costerà. Serve solamente a "evitare" 23 scalini. Il Palazzo ci tiene ai suoi ascensori: per loro la Camera spenderà un milione e 855mila euro, costi alle stelle.
E IO PAGO!!!
elezzioni der PD
Tutta Roma è nfrmento. Chi tronfierà?
Ma ce vo' poco a capillo. Tronfierà Vertroni.
Sì, ma ce sta puure a Bindi. Daie, e quella chi a vole. Si la metti in un campo scappeno tutti l'uccellini. I bimbi poi de' notte fanno i sognacci e er giorno doppo non vonno studià.
Letta? Nun ne parlamo va!
Ma allora che demograzzia sarebbe? E' la demograzzia indove fanno tutto quell'antri e te stai a guardà.
Sotto l'arco de' tronfio passerà cor carro er vincitore, er Walter nazzionale.
Dietro ar carro Sirvio in catene e alle spalle Romano che je sfracica a schiena de frustate.
Er vincitore passa fra du' ali de poppolo festante mentre fanciulle danzanti gettano a destra e a sinistra petali de rose, promesse mancate, bucie, cartelle de e' tasse, infrazione, rincaro de' prezzi, aggressioni, furti, rappine, strupi e quanto de peggio ce sta ... aho!
Avemo vinto!
AMMAPPETE CHE FENOMENO CHE SO'!
TUNFETE CIAVEVO 'NDOVINATO!
ORA WARTERE GOVERNERA' LA NAZZIONE 'TALIANA PE' 50NTANNI!
SONENO 'E CAMPANE. LE TV SO' TUTTE IN TIRT. W WARTERE!
E LA ROSA?
BE', QUELLA LANNO MANNATA A PIOMBINO IN FONDERIA PER RIFASSE 'NO POCO DE LUKKE.
E A LETTA JANNO DATO NU PARO DOCCHIALI NOVI PE' CONZOLAZZIONE.
FINARMENTE TUTTO STA AR SU POSTO. POTEMO ANNA' ANCO SU LA LUNA!
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