Caro direttore, raccolgo il tuo invito a discutere di Forza Italia sulle pagine del Riformista. Partiamo dal concetto di “analisi differenziata”. Malgrado la profondità e l’organicità del rapporto del Pci con lo stalinismo e l’Urss, uno dei tratti originali di Togliatti e di una parte del gruppo dirigente del Pci era appunto il gusto per quella che veniva chiamata “l’analisi differenziata” sulla società italiana, sugli altri partiti e movimenti, specie quelli avversari. Non solo Togliatti, ma anche da un lato Giorgio Amendola, Paolo Bufalini, Gerardo Chiaromonte e dall’altro Pietro Ingrao, Bruno Trentin, Luciano Barca - per evocare personaggi significativi - e grandissimi giornalisti politici come Aniello Coppola, si misuravano con l’analisi della complessità e articolazione delle forze politiche e sociali.
Intendiamoci, non sempre quelle “analisi” erano azzeccate. Talora lo schematismo ideologico prevaleva, con effetti fuorvianti. Paradossalmente a Togliatti riuscì meglio l’analisi sul fascismo (vedi Lezioni sul fascismo) che non quella su De Gasperi e la Dc (vedi: Per un giudizio equanime sull’opera di De Gasperi, dove di equanime non c’era proprio nulla e il tono pacato copriva una incredibile faziosità politica e culturale). Ma qui sta il punto: dalla svolta del Cominform del 1947 fino agli anni ’70 il Pci sbagliò l’analisi sulla Dc, liquidata come partito clericale, o mera espressione della “borghesia monopolistica” o solo del clientelismo più sfrenato e talora addirittura equiparata al fascismo. Non a caso, lungo quel filone, un socialista di sinistra come Lelio Basso scrisse un libro dal titolo: Due totalitarismi: fascismo e Democrazia Cristiana. Poi negli anni ’70 Bufalini, Chiaromonte, Di Giulio, Aniello Coppola produssero analisi assai articolate sulla Dc che erano anche in funzione della strategia del compromesso storico e che quindi, paradossalmente, talora peccavano di un eccesso di ottimismo. Ovviamente nulla di tutto ciò ai giorni nostri è stato fatto nei confronti di Forza Italia, demonizzata come un partito di plastica, prodotto solo dall’estemporanea azione di Berlusconi che ha lanciato attraverso le “sue televisioni” un prodotto atipico, cioè un partito che in effetti non è un partito. Questa totale assenza di analisi politica su quello che dal 1994 è il maggior partito italiano è un elemento di distorsione nella stessa lucidità del confronto politico.
Tutto ciò, però, dipende da un’involuzione più profonda che riguarda l’ultima fase del Pci e la prima del Pds. In quella fase, così come ci furono indubbi elementi negativi nella Dc e nel Psi, così ci fu una tragica involuzione giustizialista del Pci-Pds. Come ha rilevato in un suo libro il senatore Pellegrino, l’innesto di una cultura giustizialista sulla crisi della tradizionale cultura comunista-storicista ha prodotto effetti devastanti: la Dc e il Psi, e i loro leader, considerati come soggetti criminali da trattare conseguentemente, furono demonizzati e distrutti. Ciò ha prodotto una ferita che ha determinato dei guasti tuttora non risolti e superati.
Ovviamente lo stesso trattamento è stato riservato, successivamente, a Berlusconi e a Forza Italia. Le conseguenze si sono viste: fino al 2001 Berlusconi è stato considerato l’incrocio fra un erede del populismo fascista-peronista e un’escrescenza autoritaria e mafiosa da “spegnere” ad opera di una coalizione di tutti gli onesti. A sua volta, Forza Italia è stato considerato un partito di plastica che si sarebbe rapidamente liquefatto. Dopo il 2001 si è cominciato a ragionare in modo un po’ diverso, ma solo perché l’offensiva giudiziaria è fallita. Allora, se non altro, ci si è preparati a rispondere sul terreno propriamente politico (ma sempre con la speranza che prima o poi la procura di Milano o quella di Palermo trovassero una “pistola fumante”). Ma quale è stata la risposta politica? Essa è consistita in un nuovo, grande fronte popolare: contro Berlusconi e il suo partito di destra bisogna mobilitare tutti, da Turigliatto e Caruso fino a Dini e a Mastella in nome della crociata contro il “male”. Ora le macerie prodotte da questo schematismo, che da tutto è ispirato salvo che da “un’analisi differenziata”, sono davanti a noi: una coalizione di questo tipo riesce a stento a mettere assieme il 50% degli elettori, ma non riesce a governare e sta anche producendo, per reazione alla sua incapacità, quella pericolosa tendenza che è l’antipolitica. Detto tutto questo, passiamo all’analisi differenziata su Forza Italia. In primo luogo Berlusconi e Forza Italia del ’94 non sono esattamente quelli del 2007. Nel 1994 Berlusconi partì da una parte dei suoi quadri aziendali (Publitalia) per inventare un partito che doveva in tutti i modi coprire uno spazio di centro dopo che l’operazione mediatica di Mani Pulite aveva distrutto la Dc, il Psi e i partiti laici. In un primo tempo quello spazio fu coperto non contrastando la prevalente atmosfera “nuovista”. Successivamente, però, le cose sono cambiate. Per un verso Berlusconi ha mantenuto la sua dimensione carismatica e leaderistica, e come contestargliela se tutti, nessuno escluso (vedi ad esempio Bertinotti e Veltroni), hanno cercato di imitarlo vista la dominante dimensione mediatico-televisiva assunta dallo scontro politico?
Per quello che riguarda Forza Italia, partiamo da ciò che hanno scritto Don Gianni Baget Bozzo e Sandro Bondi sul tuo giornale. In primo luogo Berlusconi ha «restituito l’onore alla storia della Dc» (Bondi) e a Bettino Craxi e facendo ciò ha dato vita alla seconda fase di Forza Italia, quella della quale molti osservatori non si sono accorti o non si vogliono accorgere tant’è che anche adesso preferiscono rivolgere la loro attenzione a fatti secondari. Nel corso di questi anni Forza Italia è diventata due cose significative, un partito interclassista e un partito pluriculturale. Forza Italia è un partito interclassista che raccoglie non solo il consenso di coloro che sono titolari di partite Iva, ma anche di un settore assai vasto di lavoro dipendente e di classe operaia (al Nord addirittura la maggioranza) in barba a tutti gli schemi. Un partito che sta fra il 25 e il 30% non può non avere una notevole complessità sociale. Il grosso dei militanti e degli elettori di Forza Italia è di ceto medio e di popolo: basta guardare la gente che va ai comizi di Berlusconi. In Forza Italia sono confluite una parte cospicua del mondo cattolico e democristiano, la maggioranza dell’area liberalsocialista e dei liberali. Anche per l’arroganza e lo schematismo dell’attuale sinistra, Berlusconi ha fatto emergere alla superficie un fiume carsico di cultura cattolica e di cultura liberalsocialista entrambe storicamente contrapposte all’egemonia culturale di stampo comunista, paleo, neo e post. Allora anche tu, caro Paolo, cadi in un grave errore di schematismo se definisci Forza Italia “la destra”: Forza Italia è un partito di centro, anzi, se facciamo i conti con il suo interclassismo e con il suo mix culturale, è un partito di “centro-sinistra” nel senso storico del termine. Non a caso Forza Italia ha portato avanti, fra mille difficoltà e contraddizioni interne, una linea di economia sociale di mercato, di sussidiarietà e non di liberismo estremo. Anche la riflessione neo-colbertista di Giulio Tremonti è originale e atipica. Il riferimento di Forza Italia al Ppe è al partito europeo che aggrega i moderati e non solo i democristiani. In seguito a questa aggregazione nel corso di questi anni Forza Italia - pur fra errori, contraddizioni e livelli discontinui di classe dirigente - si è radicata sul territorio e adesso sta facendo migliaia di congressi comunali e provinciali nei quali elegge i suoi dirigenti. È indubbio che, nata per l’iniziativa di un grande imprenditore televisivo, Forza Italia è uno strano animale: allora, negli anni cinquanta-sessanta, del Pci si disse che era un liocorno, oggi di Forza Italia può dirsi che è un ircocervo.
A chi dice che il centro-sinistra ha fatto un passo in avanti rispetto al centro-destra perché sta dando vita al Partito democratico, rispondiamo che si tratta di un’analisi sbagliata perché questa operazione di aggregazione il centro-destra l’ha fatta nel ’94 proprio con la nascita di Forza Italia la cui composizione interclassista e pluriculturale la colloca aldilà delle divisioni ideologiche del ’900. La grande intuizione di Berlusconi è stata proprio quella di andare al di là degli storici steccati fra laici e cattolici, dando vita a una forza “nuova” su questo terreno. Non c’è dubbio che nel corso di questi anni Forza Italia ha difeso alcune posizioni della chiesa cattolica: lo hanno fatto consapevolmente anche i laici, non per subalternità, ma per la consapevolezza del ruolo del mondo cattolico ieri nello scontro con il comunismo, oggi nei confronti del fondamentalismo islamico. Ricordiamo anche, però, il ruolo svolto da alcune correnti del liberalsocialismo contro il nazismo e il fascismo così come contro il comunismo e che oggi sono schierate sul fronte della difesa dei valori dell’occidente e di Israele nel quadro dello scontro culturale, politico e militare con il fondamentalismo islamico e il terrorismo che esso ha prodotto.
Per quello che riguarda, poi, temi sensibili e controversi quali la fecondazione assistita, l’aborto (mi riferisco anche a recenti polemiche), la libertà di ricerca scientifica, i laici di Forza Italia hanno esplicitamente manifestato le loro posizioni sulla base del principio della libertà di coscienza. Sui Dico vale il disegno di legge presentato dal senatore Biondi al netto delle modifiche proposte dall’abile senatore Salvi.
Caro Paolo, certamente Forza Italia presenta mille aspetti controversi e contestabili, ma ha una sua ricchezza e complessità che gli osservatori di sinistra nel corso di questi anni non hanno per nulla colto. Permettimi una domanda finale: se Berlusconi fosse una specie di caricatura di Mussolini, una sorta di “caimano”, se Forza Italia fosse un partito di plastica che prende voti solo per gli slogan populisti del suo leader, come mai essa, insieme alle altre forze del centro-destra, dal 1994 tiene in scacco questa sinistra così colta e intelligente che per di più è sostenuta dalle banche più forti, da un bel pezzo di establishment giudiziario, istituzionale e amministrativo e dai presidenti della Repubblica Scalfaro e Ciampi che hanno cambiato i rapporti di forza parlamentari e costituzionali con la nomina di senatori a vita e di giudici costituzionali tutti di centro-sinistra?
Se questa analisi del tutto negativa di Forza Italia fosse vera, ciò vorrebbe dire che la sinistra italiana, anzi questo centro-sinistra, è a un incredibile livello di arretratezza politica, culturale, gestionale, comunicativa e programmatica perché si fa mettere in scacco dai trogloditi di Forza Italia e dal loro leader-caimano. Caro Paolo, scegli tu.
Fabrizio Cicchitto
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Berlusconi come Prodi ha rotto i co°°ioni
MA CHE ROMPE! NON ROMPE. ROMANO ACCOMODA.
DINI S'AZZUFFA CON BERTINOTTI E CERCA DI STRAPPARGLI I CAPELLI; BERTINOTTI GLI INFILA IL SIGARO IN OCCHIO. ARRIVA ROMANO E DICE: -STATE TUTTI BONI! FATE LA PACE!
E INTANTO RIMEDIA UN CAZZOTTONE IN FACCIA.
MASTELLA VA A NEWYORK E DI LA' SBRAITA. A ME I PROCESSI NON MELI FATE!
E ROMANO S'INGINOCCHIA, GLI BACIA LE SCARPE E MORMORA: -MA QUI NESSUNO TI VUOL PROCESSARE!
INTANTO FERRERO DICE:-A ME QUEL REFERENDUM NON MI PIACE, IO NON CI STO LOSTESSO.
E ROMANO LICHIAMA TUTTI, LI METTE INSIEME, FA LA PRERECA, DA' UNO SCAPELLOTTO QUA, UNO SCAPELLOTTO LA' E DICE: -CALMA SENNO' SI VA TUTTI A CASA.
INTANTO I SINDACI SI SONO RIUNITI PER DARE UNO STRIZZONE AI FRENI CONTRO LA MALAVITA.
MENTRE IL PREFETTO (DI TRENTO?) HA DETTO CHE COL BURKA SI PUO ANCHE USCIRE DI CASA. E A QUELLI CHE RECLAMANO "COL BURKA" CHE GLI HA DATO RAGIONE!
E PER IL PROBLEMA DELLA SICUREZZA
PRODI HA PRESO DRASTICI PROVVEDIMENTI.
E INFATTI CON DIECI RAPINE COL MORTO AL GIORNO, CON I CENTO QUOTIDIANI STUPRI E BORSEGGI VARI CE LA CAVIAMO. INSOMMA SI CAMPICCHIA. LA BARCA VA (intendevo dire l'IKARUS).
AHO!
MANCO FOSSI INDOVINO!
d
DONNA STUPRATA ALLA FERMATA DER BUSSE.
ARESTATO UN RUMENO.
AVANTI TUTTA!
-----
PRODI ME SEMBRA QUER CAPITANO DI NAVE CHE QUANDO ER SECONDO JE DICE
-CAPITANO LA NAVE AFFONDA!!!
ER CAPITANO SE VERSA UN GOCCIO DE WISCHI E POI DICE
-MIMPORTA 'NA S... MICA E' MIA!!!
Perche non:)
Posta un commento