Buffa sorte quella di Walter Veltroni. E’ sicuramente il leader della sinistra più vicino, per formazione e interessi culturali, a Silvio Berlusconi. Sono, infatti, entrambi due personalità straordinariamente esperte e capaci nell’arte di comunicare. Eppure, o forse proprio per questo, è il politico con una più lunga e tenace militanza antiberlusconiana. E proprio per questo particolarmente amato dal gruppo Espresso-Repubblica. Fu Walter a protestare sin dagli inizi contro il modo di fare televisione di Berlusconi, fu lui – ad esempio – ad organizzare una campagna molto aggressiva contro gli spot piazzati all’interno dei film. Vi ricordare il celeberrimo “non s’interrompe un’emozione”?
E poi fu sempre Walter a contrastare Massimo D’Alema accusato di essere il padre di tutti gli inciuci con il Cavaliere di Arcore, e toccò sempre a lui, fra il ’93 e il ’94, lanciare dalle colonne dell’Unità l’accusa di essere un fascista contro il Silvio “sceso in politica”. Erano i tempi in cui il “golden boy” di Botteghe Oscure e il fondatore di “Repubblica” si ricoprivano vicendevolmente di complimenti e in coro si scagliavano contro il “pericolo per la democrazia” proveniente dalle nebbie di Arcore.
Poi Walter è diventato sindaco di Roma e lo scontro si è un po’ attenuato, ma ogni volta che si è presentata l’occasione, il primo cittadino della capitale ha ribadito che lui era massimamente alternativo a Silvio. Ma, a dimostrazione che in politica non bisogno “mai dire mai”, adesso Veltroni è diventato il capo della gauche dialogante ed ha deciso di incontrare Berlusconi per accordarsi sulle Riforme. Appena ha mollato di qualche centimetro il suo storico antiberlusconismo, il neo segretario del Pd ha incontrato sulla sua strada un malmostoso Romano Prodi che non ha alcuna simpatia per il nuovo corso veltroniano (basti leggere le dichiarazioni rilasciate domenica dalla sua più appassionata seguace: Rosy Bindi), e soprattutto ha visto scatenarsi contro di lui le ire di “Repubblica” che, per bloccarlo, ha tirato fuori le telefonate fra Rai, Mediaset e altro. Il quotidiano di largo Fochetti conduce l’attacco sapendo di avere il proprio migliore alleato a Palazzo Chigi. Walter per la prima volta non è considerato come il migliore dei “propri figli” nemmeno da “barba papà” Scalfari. Da ieri poi sono cominciati gli incontri con i leader dell’opposizione e venerdì toccherà allo storico “nemico” Silvio Berlusconi: una sorta di coltellata per il gruppo “Repubblica”. D’Alema appoggia l’operazione veltroniana, ma gode delle difficoltà di Walter. Adesso tocca a lui essere attaccato come “inciucista”. Chi la fa l’aspetti. (l'Occidentale)
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1 commento:
E che dire di Fini che raccoglie firme anti inciucio ed è il primo ad incontrare Veltroni?
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