Sono certo che una persona di grande sensibilità politica e istituzionale come il Presidente della Camera Bertinotti non possa avere ritenuto di archiviare una richiesta ufficiale avanzata da oltre 170 deputati con una battuta ai cronisti a margine di un incontro della Sinistra europea. Nel merito, poi, contro-offrire un “ricevimento” in un’altra sala del Palazzo, per non opporre un formale rifiuto alla richiesta di intervento in Aula da parte del Dalai Lama, non ha francamente alcun senso. Il problema non è onorare la persona del Dalai Lama con una accoglienza formale. Il problema è consentire alle sue parole di pace e riconciliazione di risuonare dal cuore della democrazia italiana – cioè dal Parlamento – di fronte alle richieste e alle minacce delle autorità di Pechino che chiederebbero, proprio per quelle parole, di trattarlo da reprobo.
Insomma, anche per il Presidente della Camera quello che pone il Dalai Lama è un problema politico, non diplomatico o protocollare. Esattamente come per il Governo, che peraltro continua prevedibilmente ad ostentare un silenzio perfettamente allineato ai desiderata di Pechino. (Riformatori Liberali)
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