martedì 13 novembre 2007

L'amicizia non ha retroscena. Filippo Facci

Ho sempre pensato che mancasse un sostantivo per definire una misura intermedia tra l’amicizia autentica e quella superficiale. «Conoscenti» è ambiguo, sa di questura, «sodali» non lo usa nessuno. Basta niente, in mancanza d’altro, e siamo tutti amici, mentre sovente apprendiamo che si creano e disfano amicizie come se l’amicizia fosse un rapporto a prestazione e non la merce meno disponibile su piazza. Non c’è bisogno di tornare all’Ottocento per risapere che la vera amicizia prescinde dalla morale e soprattutto dal casellario penale: è per questo che in politica ce n’è così poca, è per questo che è affare più da forti che da buoni. Quando Silvio Berlusconi mostra una pubblica amicizia per Marcello Dell’Utri, invero, non so se mi faccia più pena chi vi cerca clamorosi retroscena giudiziari o chi biasima che si possa essere amici con chi è inguaiato con la giustizia. Talvolta ci si chiede che cosa sia un giustizialista: ecco, un giustizialista è chi denuncerebbe un amico financo un familiare, oppure chi, volendolo fare, non staccherebbe il respiratore della moglie o del padre solo perché la legge lo proibisce. A ciascuno la sua morale. Meglio in galera che senza amici veri: questa, per esempio, è la mia. (il Giornale)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

il servilismo di facci,uno che scriverebbe qualunque cosa pur di compiacere un politico(è questo è il contrario di ciò che dovrebbe fare un giornalista),è a livelli fantozziani.una semplice domanda:chi gli versa lo stipendio?
la famiglia berlusconi.facci ha mai criticato berlusconi nei suoi articoli?strano a dirsi,no.
faccio notare che nel resto d'europa chi possiede anche solo l'un per cento di un giornale o di una tv non può candidarsi.le due cose in democrazia sono inconciliabili.e un qualunque liberale europeo troverebbe la situazione italiana orripilante.
chi è liberale dovrebbe invocare una nuova legislazione in materia in italia.

maurom ha detto...

Bliss, sei monotono.

Anonimo ha detto...

e tu non entri mai nel merito di questi discorsi perchè sai che dovresti dare ragione a me e torto a forza italia.in italia siamo indietro rispetto al resto d'europa ma ciò che più importa è che io sono monotono.me ne farò una ragione.

Anonimo ha detto...

bliss ti faccio notare che facci è stato il pupillo di Craxi....infatti non troverai mai un articolo contro Bettino...
lo ha sempre difeso anche quando gli hanno trovato i miliardi sul conto di M. Raggio
ti allego un bell'articolo di Marco Travaglio...altro che camerieri con la facci...adiculo che si è messo a fare l'opinionista per Buona domenica

L’altroieri, nell'AnnoZero dedicato a Enzo Biagi e dunque alla censura, la Rai del centrosinistra ha pensato bene di censurare Filippo Facci, giornalista della Fininvest e del Giornale, reo di aver definito la Rai «una cloaca», dunque querelato e tenuto fuori della porta. Quando queste cose le faceva la Rai del centrodestra, un giorno sì e l'altro pure, gli house organ berlusconiani scrivevano che la colpa della censura non era dei censori, ma dei censurati che se l'andavano a cercare per poi fare i martiri. Tra i più convinti assertori della singolare tesi c'era proprio Facci, che all'epoca si guardava bene dal definire «cloaca» la Rai. Ora sarebbe facile ritorcergli contro il suo sragiona­mento: Santoro ti invita il martedì per il giovedì, e tu il mercoledì scrivi che la Rai è una cloaca (e sul giornale di Berlusconi, sai che eroismo), dunque l'hai fatto apposta per farti cacciare e tirartela da martire. Ma, non essendo io Facci e non volendo diventarlo, non lo scrivo e non lo penso. Penso invece che Facci abbia il diritto di scrivere tutte le fesserie che vuole e chi si ritiene diffamato abbia il diritto di querelarlo. In attesa del giudizio dei giudici, che di solito arriva dopo 10 d'anni, Facci non può restar fuori dal «servizio pubblico», proprio perché è pubblico, cioè di tutti. Anche di Facci e dei suoi lettori. Dire: «Ti ho querelato, quindi non entri» è un abuso illiberale. Come se le Poste non consegnassero più le lettere a chi è in causa con loro. Ma alla Rai è ancora più grave, perché dirigenti e amministratori sono scelti dai partiti. Dunque gli emissari dei partiti hanno in mano un'arma formidabile per tagliare fuori (com'è avvenuto nel quinquennio del regime berlusconiano) chi è sgradito ai partiti: basta una querela, fondata o infondata che sia. Che un'azienda non apprezzi di essere definita "cloaca", è comprensibile (Mediaset querela per molto meno: basta ricordare i processi per i fondi neri o le sentenze della Consulta che le intimano di rinunciare a una rete, per essere subissati di cause milionarie in euro). Che la Rai abbia querelato Facci, nel paese dove tutti denunciano tutti, è quasi normale. Facci aveva più volte insultato anche Biagi («Non giornalista per tutte le stagioni»), che l'aveva denunciato ottenendo dal tribunale un risarcimento di 10 mila euro dal Giornale. Fatti privati, faccende che riguardano gli interessati e i rispettivi avvocati. Qui invece c'entriamo tutti noi. Anche perché, a sollecitare la querela Rai contro Facci, erano stati alcuni parlamentari del centrosinistra, fra cui la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro e il suo vice Nicola Latorre. Dunque la consecutio è la seguente: il maggior partito di governo chiede alla Rai di denunciare un giornalista, la Rai esegue, e da quel momento il giornalista non mette più piede in Rai. È triste che nemmeno tre giornalisti seri e perbene come Rizzo Nervo, Curzi e Rognoni, che siedono nel Cda Rai, abbiano colto la pericolosità di un simile cortocircuito. Ma è ancor più triste che non abbiano capito quanto stupida fosse questa censura. Tanto più in un programma dedicato alla censura. Tanto più dopo le mille filippiche contro Santoro & C. che «non vogliono il contraddittorio». Facci, ancora l'altro giorno, aveva scritto sul Giornale una pagina di puro astrattismo sul caso Berlusconi-Biagi, sostenendo in pratica che il vecchio Enzo, nel 2002, si era cacciato da solo per intascare una congrua liquidazione, il diktat bulgaro non c'entrava, anzi non c'è mai stato: infatti Facci lo chiama «il cosiddetto editto». Quale occasione migliore di Annozero per mettere a confronto la falsa vulgata berlusconian-facciana con quella di Loris Mazzetti che visse quella terribile esperienza accanto a Enzo, e per discutere di censura con Sabina Guzzanti, epurata dai postumi del «cosiddetto editto» e mai reintegrata; con Lilli Gruber, testimone di quella stagione; e con Enrico Mentana, che nel 2002 minimizzò i prevedibili effetti del «cosiddetto editto»? Anziché censurare Facci (per giunta su proposta dell'Udc Staderini), la Rai sarebbe stata molto più intelligente ed efficace emanando un comunicato semplice semplice: «Facci ha definito quest'azienda "una cloaca", dunque l'abbiamo querelato. Ma, diversamente dalla Rai che piaceva tanto a lui, questo è un servizio pubblico, dunque lo invita lo stesso. Pur sapendo benissimo che, ospitandolo, rischia davvero di apparire una cloaca».

Anonimo ha detto...

maurom
vuoi mettere sotto agli occhi di questi gentili signori la cronistoria di tutta la gestione rai condotta da Zaccaria?

maurom ha detto...

Questi gentili signori vedono da un solo occhio e sentono da un solo orecchio: quello sinistro.

Anonimo ha detto...

dai maurom dai facci vedere la cronistoria della gestione Zaccaria...(come a dire siccome i sinistri rubano e sono arroccati al potere è giusto e sacrosanto che anche la destra si comporti così)
bravi omuncoli continuate a ragionare così

Anonimo ha detto...

UN OCCHIO SOLO, MA BENDATO.
UN SOLO ORECCHIO, MA FODERATO COL PROSCIUTTO.
HO CAPITO BENE? ALMENO UNA VOLTA QUANDO AVEVANO IN MANO TUTTO STAVANO ZITTI.
OGGI HANNO OCCUPATO TUTTO PEGGIO DI PRIMA, MA HANNO ANCORA APPETITO.
DAL PRESIEDENTE DELLA REP., ALLE CARICHE DELLA BUROCRAZIA, AL CONSIGLIO DI AM DELLA RAI, ALLA PRESIDENZA DELLE CAMERE E DELLE COMMISSIONI ...
VOLETE QUALCOSA DA BERE?

Anonimo ha detto...

la rai di zaccaria?era una rai in mano ai partiti,proprio come ora,ma almeno era più libera.maurom,risparmiami le tue frasi preconfezionate di propaganda forzista.io sono liberale e mi batto per una maggiore libertà di espressione in italia,specie nei media;tu sei per la conservazione dell'esistente,che è illiberale.
non ammetterai mai che biagi è stato censurato e che tutto ciò è indegno di un paese civile,perchè così facendo daresti torto alla tua ideologia,quella forzista,a cui sei asservito.ma ricordati che l'ideologia è nemica della verità.