martedì 3 novembre 2009

Avanti Alfano Riprovaci Sandro! Paolo Pillitteri

Quando il Premier lancia il j’accuse: comunisti! ai Pm italiani, e subito dopo questi ultumi annunciano, sdegnati, giornate di mobilitazione, dice una “verità” per dir così storica, anche se va ridimesionata dal totale al parziale. Difatti, è acclarato “storicamente”che il Pci si è occupato - e solo il Pci e i suoi eredi sono davvero maestri nel settore - della coltura (come il terreno di) dei teneri virgulti nella magistratura, accompagnando ed erudendo il pupo con quelle amorevoli cure che soltanto l’immortale scuola gramscian-togliattiana sapeva infondere. La destra, cioè la Dc di allora, lasciava fare, a lei toccava il governo e il sottogoverno, gli enti, le banche di stato, il grande latifondo con conseguente lottizzazione del potere. Al Pci il resto, cioè la cultura e la magistratura, o parte di questa. La giustizia. Adesso, diciamocelo, è troppo tardi per intervenire partendo dall’infanzia, il pupo da erudire già lo è stato e, soprattutto si è emancipato ab origine, cioè da quando indossa la toga, da qualsiasi condizionamento del potere politico, sia con la totale autonomia del “suo” Csm che sovrasta il Parlamento deprivato dell’immunità, sia per l’errore fatale nell’aver stravolto il referendum radicale sulla responsabilità civile dei magistrati, referendum, come si sa, scaturito dalla tragedia di Tortora, metafora, come ricordavano i vari Pannella sgolandosi e spendendosi nel Paese, della più ampia catastrofe della giustizia. Se si vuole rendere la giustizia italiana davvero giusta ed efficiente, basterebbero due scelte: la separazione delle carriere e il ritorno allo spirito del referendum (chi sbaglia paga, non lo stato) restaurando nel Parlamento l’identica autonomia del Csm, come stabilito dai Padri Costituenti. Forza, avanti, provaci ancora Alfano!

La cultura. La delega al Pci di questo settore onnicomprensivo di arte, storia, università, letteratura, editoria, giornalismo ipersindacalizzato, televisione, cinema, Biennale di Venezia ecc, è cosa diversa. Può essere temperata se non revocata. Comunque va rivista e corretta. Basta volerlo. Certo, se si “premia” un leader del Pd come Giuliano Amato (persona degnissima, peraltro, ma ai vertici , da sempre, del centro sinistra) con la importantissima Treccani, se ne deduce, quanto meno, che il centro destra non aveva candidati degni dell’Enciclopedia più importante e identitaria d’Europa. Il caso della Biennale di Venezia è sotto gli occhi di tutti. Il ministro Bondi, da cui il fondamentale Ente dipende - non si dimentichi mai che ci voleva il coraggio e la lungimiranza di Craxi e del suo gruppo dirigente a realizzare la prima e dirompente Biennale del dissenso oltrecortina, nel pieno del compromesso storico, nel 1977, con Ripa di Meana - si trova orfano di rappresentanti in quell’ente produttore di cultura a livello internazionale, un prezioso biglietto da visita. Qui non si vuole discutere la qualità degli attuali vertici. Qui si vorrebbe, anzi, si dovrebbe, ristabilire un principio e un primato, quello della politica. Ovvero quello del ministro competente che non solo ha il diritto ma anche il dovere di circondarsi e quindi di nominare persone che conosce da vicino, di esperienza culturale e manageriale alta, di personaggi in grado di costituire una rete, un network di presenze e di riferimenti all’interno di un mondo da sempre, colpevolmente trascurato dal centro destra. Non è un problema di lottizzazion. E’ un problema politico. Perciò: forza, avanti, provaci ancora Sandro! (l'Opinione)

3 commenti:

inulko ha detto...

Mi permetto di segnalarvi :

http://cialtronix.blogspot.com/

Acchiappabufale ha detto...

L ultima Bufala dell inutile e costosa (dis)unione europea .


Crocifissi vietati a scuola?
I giudici Ue bevono troppo



Quelli di Strasburgo hanno dimostrato a se stessi e al mondo (che ne ignora le opere) di esistere e di fare danni. Anziché occuparsi sul serio di la lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia, sapete cosa fanno i signori giudici dell’Unione europea? Combattono il crocefisso. Pretendono che scompaia dai luoghi pubblici, in particolare dalle scuole, affinché non urti più la sensibilità dei bambini di altra religione.
In che senso? Secondo i soloni dei diritti umani addetti a stabilire ciò che offende la persona mettendola a disagio nella società multietnica, il simbolo per eccellenza del cristianesimo, ossia Cristo sottoposto al supplizio romano, va sacrificato in omaggio al dovere d’ospitalità. Già. Se un alunno, putacaso musulmano, alza gli occhi e vede quell’oggetto (ormai classificato «stravagante») rischia di esserne turbato e di perdere la propria identità, il proprio equilibrio psicologico.
Non è venuto in mente ai censori di Gesù che l’Europa è cristiana da secoli, che la sua storia è imperniata sul cristianesimo e che, se qualcuno viene qui da lontano per trovare pane, lavoro e pace, come minimo è obbligato a rispettare i nostri sentimenti, il nostro passato e il nostro presente senza per questo rinunciare alla propria fede?
Tra l’altro, la stupidità della sentenza è aggravata dall’ignoranza dei valori del cristianesimo, simboleggiato non soltanto dall’oggetto «stravagante» dinanzi al quale milioni e milioni di europei si ritrovano e si riconoscono, ma da mille altri elementi visivamente apprezzabili.
Per essere coerenti con la loro scempiaggine, gli estensori del documento avrebbero dovuto bandire con la croce anche i campanili, le cattedrali, i monasteri, le cappelle, tutta roba che si erge in luoghi pubblici e che pertanto, essendo esposta agli sguardi innocenti dei fanciulli suscettibili di turbamenti, andrebbe abbattuta perché emblematica del nostro scandaloso credo.
C’è di più. Chiunque abbia frequentato la scuola dell’obbligo e magari un istituto tecnico o un qualsiasi liceo sa che i programmi di italiano (letteratura), storia e filosofia sono pieni di riferimenti cristiani. Andrebbe abolito anche questo tipo di studio perché provoca l’orticaria nei ragazzi di famiglie immigrate? Ovvio. Gentaglia come San Francesco, Dante (che si occupa di inferni, purgatori e paradisi) e Manzoni, per citare nomi «abbastanza» noti: via, fuori dai libri di testo perché nociva alla salute mentale della gioventù.
È evidente. Siamo in presenza di un problema psichiatrico oltre che politico e religioso. Non vorremmo essere irriguardosi nei confronti dell’istituzione, ma c’è il sospetto che a Strasburgo giri troppa birra, e vi è la certezza che il tasso alcolico della Corte per i diritti umani è talmente elevato da richiedere l’intervento degli infermieri.
Dimenticavamo. Bisognerà sopprimere il segno più dalle operazioni aritmetiche e algebriche perché graficamente somigliante alla croce.
A proposito di croce, chissà che fine farà la croce rossa.
E se invece chiudessimo il manicomio di Strasburgo?

di Vittorio Feltri

Anonimo ha detto...

I giudici Ue bevono troppo

Vittorio Feltri

che ignorante emerito e cialtrone questo Feltri che confonde la Corte Europea dei diritti dell'uomo con la Corte di giustizia

bravo Feltri continua a sparare cazzate!


"i signori giudici dell’Unione europea" bravo l'ignorantone di Feltri: perchè non spieghi ai tuoi lettori ignorantoni come cacchio si trovano giudici rappresentanti di paesi come l'Azerbaijan o della Serbia in questa corte quando questi paesi non sono UE


studia bifolco!