Mentre l’ornitorinco di Montezemolo distribuisce sonaglini e cotillon, idee niente costano troppo, si accende il dibattito sul “tempo delle fondazioni”.
L’ultima nata è REL (Riformismo e Libertà). Ne è promotore il deputato del PDL Fabrizio Cicchitto. L’articolo di Mattia Feltri su La Stampa riassume bene per gli interessati lo stato dell’arte (vedi anche Il Foglio).L’aspetto interessante, da segnalare per i lettori, è che con la caduta del muro di Berlino e il lento declino dell’egemonia culturale marxista, la destra avrebbe una naturale vocazione allo sviluppo di una contro-egemonia. Certo, le sacche di resistenza ci sono. Berlusconi in una famosissima puntata di Ballarò fece riferimento alle “scuole elementari, alla magistratura e alle università”. Prendiamo il prendibile, ma è impossibile negare che in alcune parti della società la cultura di sinistra è ancora dominante. Per carità nulla di strano, solo il risultato di un graduale processo gramsciano di conquista e seduzione.
Tutto il contrario di quello che avviene ora all’interno del centrodestra italiano. Fondazioni temporanee che nascono legate ad esigenze del breve, brevissimo, periodo senza un progetto. Così ogni capo corrente crea la sua creatura. Produzione d’idee poche, però si fidelizzano le truppe.
Paradossalmente, un “vero” successo politico si può creare solo mediante la competizione al di fuori del ring elettorale e partitico. Per comprenderci, l’attuale nomina di molti giudici conservatori alla Corte Suprema americana non è avvenuta solo per i due mandati di Bush. La doppia elezione di Bush è stata possibile perché istituzioni deputate a produrre una cultura per il movimento conservatore hanno, dagli anni ’80, fatto il loro mestiere investendo nel mercato degli uomini e delle idee. Insomma, per vincere in politica non basta vincere le elezioni.
Tutto il contrario di quello che stiamo vedendo in Italia. Il centrodestra d’altronde non si fida degli intellettuali.
Come il calabrone che per il suo peso, la sua forma e le caratteristiche fisiche dell’aria non potrebbe volare, l’apparato di fondazioni che gravita attorno al PDL sembra destinato ad una sicura implosione futura. Eppure come il calabrone per ora il PDL vola. Chissà fino a quando. (Chicago-Blog)
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