La sentenza che obbliga a staccare il crocifisso, dalle aule pubbliche, resterà nella storia del diritto, perché dimostra come si possa applicare un principio giusto ottenendo una sentenza sbagliata, e pericolosa. Sono un laico, non ho il dono della fede. Sono convinto che lo Stato laico, casa comune per uomini con fedi ed idee diverse, sia la più grande conquista della cultura occidentale.
Ho anche dedicato un libro all’importante lavoro della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che non ha nulla a che vedere con l’Unione Europea, e svolge un ruolo importante condannando, giustamente e reiteratamente, la nostra malagiustizia. Quindi: viva la laicità dello Stato, viva la Corte, abbasso la sentenza.
Il tema è estremamente delicato e complesso, ed una colpa di quella sentenza è di averlo affrontato con la mannaia. Il crocifisso è certamente un simbolo religioso, destinato a ricordare il sacrificio di un uomo che, per i credenti, è divino. Segna una rottura con l’ebraismo, perché l’avvento del Cristo chiude la vecchia alleanza ed apre la nuova. In passato, con le crociate, e non solo, è stato anche simbolo di guerre. La cultura occidentale, però, ha saputo imparare dai propri errori, ed oggi non si conoscono, se non del tutto marginali, casi di fondamentalismo cristiano. La fede, ovviamente, influenza l’azione politica. Un cattolico è ragionevole che sia contrario sia al divorzio che all’aborto. Ma, come si sa, la grande maggioranza degli italiani seppe distinguere, e noi abbiamo leggi che regolano entrambe le cose. La laicità, insomma, abbiamo imparato a praticarla. Con alti e bassi, come sempre.
Lo Stato laico, però, non è lo Stato ateo. Il secondo nega la fede, il primo nega che possa essere imposta. Il primo è virtuoso, il secondo sanguinoso. Nello Stato laico non si stabilisce una fede per nascita, ma si difende il diritto alla fede ed a praticarne i riti. Purché compatibili con la legge, giacché se taluno volesse fare sacrifici umani finirebbe all’ergastolo, in un manicomio criminale.
Il crocifisso, da noi, non è un obbligo di legge, ma un’abitudine, progressivamente sempre meno significativa. Capisco il lettore che ha scritto: siamo noi cattolici, che dovremmo staccarlo. Egli intende dire, credo: non possiamo sopportare che sia “normale”, vogliamo che sia “significativo”. Eppure, è normale. Se, come la sentenza rischia di fare, gli tolgo quella caratteristica, non faccio un passo in avanti verso la laicità, ma rischio di rinfocolare roghi del passato. Non assecondo la secolarizzazione della società tutta, ma indico come modello (sebbene negativo) il fondamentalismo islamico. E’ come se dicessi: i veri fedeli sono i fondamentalisti, che sono intolleranti ed escludenti, quindi non vogliamo i loro simboli. Ma, da noi, quella roba non esiste, e si rischia di crearla.
La Corte Europea ha eccepito che la presenza del crocifisso toglie ai genitori il diritto di educare la prole alla propria religione. Concetto illogico e, al tempo stesso, pericoloso. Siamo tutti, ovunque, circondati da simboli religiosi. Siamo, per ciò stesso, coartati nella nostra volontà? Ed i genitori, hanno diritto di educare i figli a quel che pare a loro, razzismo e martirio compresi? La cosa paradossale è che, per affermare una presunta libertà, si difenda una specie di “proprietà” parentale. Che, grazie al cielo, ci sarà ancora in talune tribù, ma da noi i ragazzi fanno proprie scelte assai prima della maggiore età.
Ho visto con sospetto, infine, la reazione di quasi tutto il mondo politico. A parte la deplorevole e ricorrente ignoranza su quale sia l’Europa di cui stiamo parlando, mi è parso che un po’ tutti abbiano strizzato l’occhio alle gerarchie cattoliche, come a dire: ci pensiamo noi a difendervi. Ma quello che va difeso è, invece, lo Stato laico, quindi il diritto alla fede che non sia diritto all’imposizione.
Da laico, i simboli religiosi non mi hanno mai offeso o disturbato. Nessuno. Da laico, mi danno fastidio le feste per rallegrare ragazzi che si sono comunicati o cresimati senza sapere cosa sia la cresima e la comunione. Nel senso che mi da fastidio l’ignoranza. Di certo, però, non sarà un bel giorno quello in cui lo sapranno solo i frequentatori di scuole religiose, perché le madrasse vorrei chiuderle anche per i musulmani, non aprirle per i cristiani.
Meglio tenerci il nostro equilibrio, aiutando gli studenti, fra l’altro, a capire i simboli dell’architettura nella quale sono immersi, la storia della cultura che, si spera, sapranno evolvere, e, già che ci siamo, anche l’indirizzo della loro casa, scuola o discoteca. San Benedetto, insomma, non è un’acqua minerale. Pretendere di laicizzare con le sentenze, invece, non solo rischia di riconfessionalizzare molti, ma è un assai poco laico modo di procedere.
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17 commenti:
In questo articolo l ottimo Giacalone fa notare che "
la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo non ha nulla a che vedere con l’Unione Europea".
Ciò non toglie che sia una sentenza sbagliata o quantomeno opinabile ,e certi giudici si dovrebbero occupare d altro.
L Europa rimane perlomeno deficitaria nella difesa delle propie radici e tradizioni , ricordando che Schumann Adenauer De Gasperi vedevano nel cristianesimo il Fondamento della civiltà Europea.
Aggiungo anche questo scritto di morra
STORIA D’EUROPA/ . Da Schuman, Adenauer e De Gasperi al tradimento delle radici cristiane
Gianfranco Morra
Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Robert Schuman: i tre padri fondatori dell’Europa traevano dalla fede religiosa, professata e vissuta, e dall’impegno politico popolare una comune consapevolezza: che solo il cristianesimo può essere il cemento dell’unità europea. Europa e Cristianesimo sono un binomio inscindibile. Nello stesso senso di Leone XIII, essi affermano che l’Europa e la democrazia o saranno cristiane o non saranno affatto. Scriveva Schuman: «Tutti i paesi dell’Europa sono permeati della civiltà cristiana. Essa è l’anima dell’Europa, che occorre ridarle».
L’auspicio dei tre padri fondatori dell’Europa fu, dunque, quello di un’unione di stati laici, consapevoli delle loro radici cristiane. Non è difficile accorgersi che le tendenze prevalenti nell’Unione Europea sono oggi ben diverse da quelle sperate dai nostri tre artefici. Tutto quanto avviene a Bruxelles o a Strasburgo ha un referente privilegiato, che è il mercato. Certo, i primi passi dell’Europa furono economici: il carbone, l’acciaio, l’atomo, il mercato. Adenauer, De Gasperi e Schuman erano politici troppo accorti per non capir che proprio da lì occorreva cominciare. Ma solo per giungere ad una unione etica e politica. Che non c’è mai stata. L’Unione Europea ben poco ha a che fare con i popoli, dominata com’è da economisti, programmatori, burocrati e tecnocrati. Nata per seppellire i regimi autoritari, manca quasi del tutto di democrazia e gli accordi vengono assunti fra i governi, senza tener conto della volontà dei cittadini.
In altre parole, si tratta di un’Europa che non solo dimentica nel Trattato costituzionale i suoi fondamenti storici, ma spesso esalta e propone comportamenti in totale contrasto con la tradizione europea. Non paga di occuparsi delle dimensioni dei fagiolini, delle misure dei preservativi, del rumore degli sciacquoni igienici, della quadruplice classificazione di peperoni e melanzane, piselli e asparagi, della formula aritmetica per distinguere i pomodori dai pomodorini, l’Unione affronta argomenti che appartengono alla libertà e alla intimità della persona, con proposte amorali che vengono dai tecnocrati dei cosiddetti paesi più “evoluti”, i quali non di rado sono anche i più degradati.
Troppo spesso gli interventi dei politici, degli economisti e dei tecnocrati dell’Ue sono una continua invasione di campi che, in base al principio di sussidiarietà, dovrebbero spettare agli stati membri, non al Consiglio d’Europa. In un delirio di onnipotenza che tiene in poco conto le tradizioni nazionali e la sovranità degli stati. Soprattutto quando tali decisioni entrano nella sfera personale e intima della persona e quando non esitano a rifiutare costumi della tradizione europea legati al diritto di natura. Anche in ciò l’eredità dei tre padri fondatori è stata tradita. Si pensi alle risoluzioni a favore dei matrimoni omosessuali, per l’uso libertario degli embrioni, in difesa dell’aborto, della clonazione e dell’eutanasia.
Questo mancato riferimento alla radici cristiane dell’Europa non è né un caso, né un espediente per evitare conflitti di ideologie o di confessioni. È, invece, l’espressione evidente di quell’atteggiamento, che un grande teorico del diritto, Josef H. Weiler, ha chiamato “cristofobia”. Naturalmente mistificato e venduto come neutralità dal sofisma nichilista imperante: dato che non appare dubbio che la categoria di “neutro”, quando si parla di valori e non di lucido per scarpe, è solo un espediente ideologico per giustificare una scelta relativista e nichilista.
Bastano a provarlo due eventi accaduti nel Consiglio d’Europa. Come è noto il leit motiv ricorrente nell’aula di Strasburgo è il rispetto per tutte le opinioni. Ecco perché nemico numero uno viene considerata la cosiddetta “discriminazione” – termine usato più in senso emotivo che logico. Tuttavia, gli stessi che difendono tutte le opinioni non di rado si mostrano intolleranti e persecutorî. Nell’aprile del 2007 i partiti di sinistra presenti nel Parlamento Europeo hanno presentato una mozione di condanna (poi caduta) del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Angelo Bagnasco, perché si era espresso contro i matrimoni omofili. Dunque esaltarli è permesso, anzi obbligatorio, criticarli non è lecito.
L’altro episodio è ancora più grave. Il Parlamento Europeo, nell’ottobre 2004, bocciò la candidatura dell’on. Rocco Buttiglione a Commissario Europeo per la “Giustizia, libertà e sicurezza”. Quale il motivo? Che, essendo cattolico, non avrebbe dato sufficiente garanzia di laicità e di rispetto delle opinioni diverse dalle sua. Per singolare paradosso, proprio gli strenui avversari della “discriminazione” non esitano a farne uso, quando si tratti di cattolici. Aveva davvero ragione l’allora cardinale Ratzinger a parlare di «secolarismo aggressivo e a tratti persino intollerante».
I tre “grandi vecchi” avevano enunciato, sulla base della tradizione del Vangelo e della dottrina sociale cristiana, l’unità e la potenza dell’Europa. Esse sono state meno realizzate che tradite. Tanto che prevalgono, nei popoli europei, sfiducia, scetticismo e assenteismo elettorale. L’Europa sembra un bastimento alla deriva. Per metterlo in sesto occorre ciò che Giovanni Paolo II indicò, proprio davanti al parlamento europeo: «La chiesa, per rispondere alla sua missione oggi in Europa, deve avere la coscienza che, lungi dall’essere estranea all’uomo europeo, porta invece in se stessa i rimedi alle difficoltà e alle speranza del domani dell’Europa».
Il ricordo dei tre fondatori dovrebbe indurre l’Europa a mettere da parte le tentazione masochistiche. Per uscire dalla crisi l’Europa deve solo essere nuovamente se stessa. Deve recuperare la sua identità, altrimenti, ci dice Benedetto XVI, «un albero, senza radici, si secca».
Ps
Anche il 1 intervento è il mio.
Ciò non toglie che sia una sentenza sbagliata o quantomeno opinabile ,e certi giudici si dovrebbero occupare d altro.
tu dovresti occuparti di studiare perchè se scrivi certe sciocchezze sei il solito passante ignorante e presuntuoso
"B. Procedura innanzi alla Corte
1. Premessa
13. Ogni Stato contraente (nel caso di un ricorso inter-statale) o individuo che si ritenga vittima di una violazione della Convenzione (nel caso di un ricorso individuale) può inoltrare direttamente alla Corte di Strasburgo un ricorso che lamenti una violazione da parte di uno Stato contraente di uno dei diritti garantiti dalla Convenzione. Una nota destinata ai ricorrenti e il formulario di ricorso possono essere ottenuti presso la cancelleria. "
Studiare prima di dire cazzate no???
ma abbi almeno la DECENZA di stare zitto!
Mi ricordi Feltri che, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”:
non sa il poveretto ignorante che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo.
Queste cose le hai trovate su wikipedia (non le hai studiate ).
Tenendo conto che la corte può emettere solo pareri consultivi (perchè non hai detto anche questo?) mi sembra il classico Ente Inutile (che paghiamo noi).
Se uno dissente dal crocefisso sulle scuole , è un opinione legittima, Ma semplicemente
non si capisce cosa centra il crocifisso con i diritti dell uomo e come possa violarli.
Semplicemente è un simbolo anche dell Europa come riconoscevano i Padri Fondatori .
Se posso aggiundere questa Retorica dei diritti umani non mi piace per niente , ricordiamoci l aggressione americana nei Balcani definita "Guerra umanitaria" .
Come diceva Proudhon
"chi dice Umanità vuole ingannare"
Le informazioni sulla corte le hai prese da qui :
http://www.coe.int/T/I/Corte_europea_dei_Diritti_dell%27Uomo/
scusa se sono laureato in economia e non ho mai studiato dir. internazionale e comunitario
ma studiare per me vuol dire amare la conoscenza di 100.000 cose che non fanno parte del mio percorso di studi e del mio lavoro
ecco l'amore per il sapere che non hai come tanti altri (vedi Feltri)
e da quando è un reato informarsi e prendere notizie dal sito della corte o da wiki?
Le informazioni sulla corte le ho prese da qui :
http://www.coe.int/T/I/Corte_europea_dei_Diritti_dell%27Uomo/
e quindi?
e prima di dire falsità come queste:
"Tenendo conto che la corte può emettere solo pareri consultivi"
hai verificato quello che affermi?
funzione contenziosa
...Gli Stati firmatari della Convenzione si sono impegnati a dare esecuzione alle decisioni della Corte europea. Il controllo sull'adempimento di tale obbligo è rimesso al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa.
poi c'è anche la funzione consultiva e non come scrivi SOLO
bravo, continua a spararle
Non è un reato prendere informazioni, ma ti stavi facendo passare come uno che le studia e non come uno che le ha prese su internet.
" La Corte può, su richiesta del Comitato dei Ministri, dare pareri consultivi su delle questioni giuridiche riguardanti l’interpretazione della Convenzione e dei Protocolli.
La decisione del Comitato dei Ministri di richiedere un parere alla Corte è presa a maggioranza. "
-c è anche questa funzione e te
ne sei dimenticato.
Non scrivo su quello che scrivi tu su quello che scrivo io,
non mi interessa.
Delle tue Patacche e del tuo amore per il sapere non me ne frega niente.
Piuttosto occupati di cose serie e concrete:
è legitimo che un manipolo di giudici per un non si sa bene "pluralismo educativo" recida l Europa dal Cristianesimo , disconoscendo quanto stabilito dai padri fondatori?
I giudici usurpano dei loro poteri?
Può un crocefisso violare i diritti umani?
Se si, come bisognerebbe comportarsi con gli altri simboli religiosi, le croci nelle bandiere , le cattedrali , campanili, la letteratura italiana (dante manzoniin particolare ) e straniera, la nostra storia tutta intrisa di cristianesimo.
Anche quelli non rispetttano il "pluralismo educativo " e i diritti umani?
prima "Tenendo conto che la corte può emettere SOLO pareri consultivi..."
poi "c è ANCHE questa funzione e te ne sei dimenticato."
ti devi decidere SOLO o ANCHE?
"manipolo di giudici "... sapessi quelli quanto hanno studiato al contrario tuo
io a quelle domande ho già risposto ma figuriamoci se le dico al primo cazzaro che passa su questo blog
è "legitimo" o no?
Tu sei bravo solo a scrivere su quello che scrivono gli altri , e a queste domande non hai risposto ,caro il mio pataccaro.
O esprimi un opinione in merito alla sentenza ,magari rispondendo alle domande, cosa che non hai fatto,
oppure eviti di scrivere su quello che scrivono gli altri.
Le ripropongo:
è legittimo che un manipolo di giudici per un non si sa bene "pluralismo educativo" recida l Europa dal Cristianesimo , disconoscendo quanto stabilito dai padri fondatori?
I giudici usurpano dei loro poteri?
Può un crocefisso violare i diritti umani?
Se si, come bisognerebbe comportarsi con gli altri simboli religiosi, le croci nelle bandiere , le cattedrali , campanili, la letteratura italiana (dante manzoni in particolare ) e straniera, la nostra storia tutta intrisa di cristianesimo.
Anche quelli non rispetttano il "pluralismo educativo " e i diritti umani?
Se non rispondi , non mi interessa, me ne farò una ragione.
e come faccio a rispondere ad uno che scrive
"I giudici usurpano dei loro poteri?"
un dizionario prestooooooooooo!!!
"I giudici usurpano dei loro poteri ?" è giusto.
- Non rispondere.
Stai tranquillo, neanchio risponderò più a dei vigliacchetti anonimi.
neanche io pardon
se vogliamo esser precisini dovrebbe esser nè anche io
Mauro
mi fa meraviglia che in questo sito nessuno si sia preso la briga di parlare della terribile morte di Stefano Cucchi. Al di là delle posizioni politiche, l'orrore di questa vicenda mi mette tuttora i brividi.
Penso ad un povero ragazzo indifeso, debole, che non arriva a pesare 50 kili, nelle mani di feroci aguzzini che si sonno sollazzati a torturarlo.
Le impressionanti fotografie, messe a disposizione della sua famiglia, fanno raccapriccio. E mi fanno ancora più orrore se si pensa che gli aguzzini, sin dalle origini della società umana, non sono mai cambiati, anzi ...
Quelle fotografie mi hanno riportato alla memoria un brano di Dostoevskij che non commento ... si commenta da sé. ECCOLO: (Da "l'ldiota")
Cito Dostoevskij - (Qualcuno aveva parlato a D. del "Cristo al sepolcro" di Hans Holbein il Giovane, conservato al museo di Basilea. Quando entrarono nel museo, Dostoevskij si sedette davanti al quadro e vi rimase a lungo a contemplarlo).
"Il viso del Cristo -scrisse nell'idiota- era semolicemente sfigurato dai colpi, tumefatto, con tremendi lividi sanguinolenti e gonfi, occhi dilatati, pupille storte; il bianco degli occhi, ampio e scoperto, brillava di un riflesso vitreo, cadaverico" ...
Da qui al viso bestiale degli aguzzini nella Crocifissione di S.Pietro, del Caravaggio, dove lo sguardo si smarrisce fra la sofferenza dignitosa del Santo e l'espressione animalesca, diabolica dei feroci carnefici, il passo è breve.
Che aggiunere? E' questa la sistemazione morale, l'efficienza, il rigore, ecc. ecc. della pubblica amministrazione? Speriamo che a Brunetta non sfugga questo aspetto così importante.
Oggi è toccata a Stefano, domani ai nostri figli? Io non ci sto.
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