L’entusiasmo degli spettatori è salito alle stelle quando la squadra dei politici italiani di ieri e di oggi ha fatto il suo ingresso in campo guidata da Giuseppe Saragat nella sua qualità di portabarbera. Lo seguivano innumerevoli politici, parlamentari, ministri, sottosegretari, gerarchi, portaborse, governatori, sindaci, podestà, senatori a vita, consiglieri regionali, provinciali, comunali, rionali e condominiali, tutti in gara per un alloro olimpico, tutti giunti allo stadio a bordo delle loro 550.000 auto blu. Sono le Polimpiadi italiche, che per due settimane hanno dato vita ad uno spettacolo unico. Ecco una sintesi delle gare più significative.
Nella gara di rimborso elettorale tutto si è svolto secondo i pronostici: nessuno è riuscito a strappare il primo posto a Umberto Bossi, la cui Lega Nord incassa rimborsi 14 volte superiori alle spese dichiarate. Lo segue a ruota Pier Luigi Bersani, segretario del Pd che incassa rimborsi 10 volte superiori alle spese. Terzo posto per Antonio Di Pietro, che con la sua Idv incassa rimborsi pari a “solo” 6 volte le spese.
Nella competizione di coerenza primo posto a Pier Luigi Bersani, secondo cui le bocciature dell’Italia da parte delle società di rating durante il governo precedente erano una condanna senza appello nei confronti del mondo economico-finanziario italiano, mentre le stesse bocciature di oggi sono azioni irresponsabili da parte di inqualificabili ed immorali speculatori americani. Secondo posto a Pierferdinando Casini, secondo cui l’uscita di scena di Berlusconi avrebbe fatto scendere lo spread da 400 a 200, mentre oggi, che quel valore è schizzato a 500, sostiene che lo spread non conti nulla. Medaglia di bronzo a Oliviero Diliberto che a Mosca ha sfilato davanti al mausoleo di Lenin in occasione del 90° anniversario della gloriosa e imperitura rivoluzione d’ottobre e a Roma ha governato a suo agio col centrosinistra capitalistico, decrepito e corrotto.
Nella gara di insaputa lotta serrata fra Scajola che non sapeva chi gli aveva pagato un appartamento, Rutelli che non sapeva che Lusi gli aveva fregato decine di milioni di euri, Bersani che non sapeva che Penati aveva inventato il “sistema Sesto” e tanti altri. Alla fine la spunta Fini, che non sapeva di possedere una casa a Montecarlo.
Nella gara di volta della gabbana Michele Pisacane, membro in tempi diversi di Ccd, Cdu, Forza Italia, Udeur, Udc e infine Pdl quota Responsabili si piazza al primo posto, soffiando l’oro a Fini che si classifica secondo, mentre Follini, anche in considerazione della faccia, si deve accontentare del …bronzo.
Nella competizione di longevità governativa vince Benito Mussolini con 7.572 giorni, medaglia d’argento a Silvio Berlusconi con 3.340 giorni, che precede Giulio Andreotti con 2.679. Fuori dal podio, di poco, rimane Alcide De Gasperi con 2.548 giorni complessivi.
Molto combattuta la gara di appiccicamento del nomignolo, in cui la medaglia di bronzo è andata ex aequo a due passati inquilini di Palazzo Chigi: Romano Prodi il “Mortadella” e Silvio Berlusconi “Al Tappone”. Medaglia d’argento a due personaggi mesti: Dario Franceschini detto “Su-dario” e Alcide De Gasperi detto “crisantemo”. Un’ovazione si è levata dall’elettorato quando il vincitore è salito sul gradino più alto del podio: Gianni De Michelis “avanzo di balera”.
Nell’anagramma del nome trionfa Giulio Andreotti con “un gelido Totò Riina”. Due partecipanti si classificano a pari merito al secondo posto: Armando Cossutta con “straunto da Mosca” e Amintore Fanfani con “affari monetari”, mentre sul gradino più basso del podio altri due politici si classificano a pari merito: Rocco Buttiglione con “un clerico bigotto” e Giovanna Melandri con “madonna virginale”.
Nella gara di lancio dell’insulto vince D’Alema per il suo “energumeno tascabile” lanciato a Renato Brunetta, medaglia d’argento a Mara Carfagna per il suo “vajassa” dedicato ad Alessandra Mussolini e medaglia di bronzo ad Antonio Gramsci col suo “semifascista” rivolto a Filippo Turati.
Nella competizione di caccia alla laurea all’estero dominio incontrastato di Renzo Bossi che straccia ogni record: diploma ottenuto in un solo anno, superando decine di esami in lingua albanese con il massimo dei voti.
Nella categoria euri al vento gara senza storia: trionfo per Valter Veltroni, pensionato a 49 anni, che fino ad oggi ha raggranellato 864.000€. Seguono Antonio Mastrapasqua presidente dell’Inps con 3.287 € al giorno e Attilio Befera direttore di Equitalia con 1.698 € giornalieri. Fuori dal podio Anna Maria Tarantola, presidente della Rai, coi suoi miseri 1.095 € quotidiani.
Nei rapporti umani e non la giuria ha dovuto faticare alquanto per stilare la classifica. I concorrenti erano numerosi e agguerriti, da Ilona Staller detta Cicciolina a Rosi Bindi detta Cicciolona. Alla fine, tre concorrenti hanno ottenuto il punteggio massimo a pari merito, per cui si è fatto ricorso a uno spareggio fra Silvio Berlusconi, Nichi Vendola e Piero Marrazzo. Costoro hanno dovuto rilasciare una dichiarazione per convincere la giuria. Marrazzo è stato il migliore, dichiarando: “Sono andato in convento per farmi un cappuccino ogni mattina a colazione”. Secondo posto per Vendola, che non è riuscito ad aprire bocca, sconvolto dall’efficacia della frase marrazziana. Terzo con distacco Silvio Berlusconi, penalizzato da una dichiarazione goffa e maldestra (“mi piacciono le donne”) che ha fatto storcere il naso alla giuria.
Nella gara di umorismo involontario, infine, trionfo per Fausto Bertinotti che si aggiudica l’oro con la frase “il capitalismo è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, mentre il comunismo è l’esatto contrario!”. Argento al senatore Giuseppe Astore per la frase “vogliono farci lavorare anche il lunedì, come le bestie!” Solo bronzo per Mario Draghi con la sua esternazione “la crescita arriverà a fine anno” (senza specificare quale anno). Deluso Mario Monti: la sua frase “il mio compito è salvare l’Italia” non ha fatto ridere nessuno. (l'Occidentale)
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