domenica 19 agosto 2012

Tutti i veterani di Montecitorio. Giuseppe Mele

Stefano Pedica (chi era costui?) ha chiesto l’apartheid per i 100 parlamentari da decenni al vertice della rappresentanza. Pedica dell’IdV, eletto per magnanima decisione dell’ex magistrato capopopolo Antonio Di Pietro, sembra ed è un democristiano, già Ccd, cossighiano, ulivista, mastelliano, buttiglionesco. A suo paragone Antonio Razzi e Domenico Scilipoti sono aristocratici. L’espressione, la favella, il gesto, lo sguardo, la triste imitazione del capo del momento ne indicano il vuoto assoluto. Siamo alla rappresentazione massima della partitica per mera occupazione del tempo.

Tutti dovrebbero essere disposti a pagare ai tanti perduchiani e famiglia vacanze briatoresche pur di evitare danni peggiori. Purtoppo il Zentrum italico è soprattutto fatto da gente così che deve sistemarsi ad ogni costo e anche molto bene. Non è da prendere in considerazione la cattedra da cui viene la predica, né è corretto fare di tutt’un’erba un fascio. Si può stare in parlamento se nei decenni si mantiene un sincero consenso. Starci da 20 anni vuol dire superare la prova di diversi sistemi elettorali. Significa appartenere fortemente ad un sistema cooptante quale sono quelli di tutti i sistemi partitici di questo mondo. Turco e Finocchiaro da 25 anni, Mannino da 24, D’Alema da 23, Bossi da 21, Maroni, La Russa, Cicchitto, Giovanardi, Gasparri, Calderoli, Castelli, Marini da 20, Melandri, Bindi, Berlusconi, Baccini, Veltroni, Giulietti, Stefani, Buttiglione, Tremonti da 18 hanno consenso. Matteoli da 29 anni, i leccesi Poli Bortone da 22, Patarino da 20, Costa da 18, Landolfi, il milanese De Corato, il cattolico Mazzocchi, il comasco Butti da 18 hanno dalla loro l’elettorato missino. Sul voto siciliano si basano Nania da 25 anni, l’aennino Battaglia, Prestigiacomo e La Loggia da 18, Schifani da 16.

Inutile ironizzare sul Gattopardo che resta amara realtà: D’Alì ha ereditato il posto del nonno Giulio, già senatore del Regno. Anche il ministro Patroni Griffi d’altronde è, come Totò, principe di Costantinopoli, per discendenza materna. Se quasi tutti i direttori di giornali sono figli di papà, perché non dovrebbero i politici? Finché vivrà Fassino, la moglie Serafini rimpinguerà i 20 anni di legislatura. Non è colpa dei coniugi, ma dell’elettorato Pd, che se glielo dicono i capi, vota anche per i Treu da 16 o i Morando da 18 anni, malgrado questi abbiano posizioni antitetiche ai postpiccisti.

Anche i quasi 20 anni di Rutelli, deputato di quattro bandiere, sono dipesi dall’ingenuità del voto di sinistra. I 28 anni, ministeri inclusi, del siciliano Vizzini, passati tra Psdi, Psi, Pdl, nuovo Psi ed infine Udc dall’ingenuità di destra. Casini, deputato da 29 anni, senza Forlani, Berlusconi ed i siciliani la prossima volta potrebbe fare fatica; dovrà ricorrere al sostegno di Mieli e dei poteri forti. Anche Fini rischia di porre fine ai suoi 29 anni di presenza parlamentare come i seguaci Napoli e Menia ai loro 18. L’ex leader Msi si tira ancora dietro un 2% che gli potrebbe far evitare la fine di Segni. Fine che vede vicina il decano Pisanu, non sazio in 38 anni di ministerialità Dc, Fi e Pdl, in cui non ha neanche imparato una corretta dizione italiana. L’elettorato di destra non ha contestato al Nostro gli affaire P2 e Calciopoli, difficile ora che gli perdoni i complotti anti Berlusconi svelati da Wikileaks. Valentini del Pdl merita i suoi 18 anni anonimi per avere un giorno difeso la caccia. Valducci in 18 anni e Leoni in 16 sono stati premiati come fondatori di Forza Italia e Lega, dopo di che stop, nulla di pervenuto. Anche Colucci, in 33 anni, eletto dai socialisti prima e dai berlusconiani dopo, ha brillato per stima al vertice, nell’assoluta insipienza degli elettori di cosa abbia fatto, ma è restato al suo posto. I 16 anni di Dell’Utri dipendono dalla magistratura che ne ha fatto simbolo della persecuzione politica. Quelli di Dini dalle stranezze dei governi del Presidente. Follini invece li deve al premio per i tradimenti. Mario Tassone, in 34 anni, da Dc ha governato con Craxi e Fanfani, ha militato nei cattolici di destra, poi ha seguito l’evoluzione montiana dell’Udc. In trent’anni e più solo un’opinione, il plauso alla Scentology di Cruise.

Come ha fatto in 25 anni il cuneese Delfino a fare il sottosegretario sia con D’Alema che con Berlusconi? Il simpatico Calderisi, l’esperto di riforme elettorali, per non avere un voto sulla carta, ha fatto un quarto di secolo di legislatura, metà da radicale metà da berlusconiano. Bonino, tignosa e stimata dalle persone autorevoli, i suoi 21 anni li ha basati sulle follie pannelliate, su un incarico europeo made in Berlusconi, uno di governo made in Prodi e su una coalizione che l’ha eletta che si chiama (tenetevi forte) Pd-Idv. Miracoli da volontà alfieriana che permette alla Nostra di dettare legge a colleghi con tanti voti veri. Si sa, quando si ha la ragione dalla propria, non c’è democrazia che tenga. Il siciliano Urso era un miracolato con il Msi, per miracolo ha fatto il ministro, ci ha lasciato una fondazione per il design, ha cercato di far cadere il governo di destra ed ora è tornato da Alemanno che lo miracolerà di nuovo: voilà, 18 anni.

Qualche volta poi si va avanti anche senza amore. Si pensi a Giorgio La Malfa che deve i suoi 38 anni a papà Ugo ed al trucco di usare voti di destra per poi passare con i dalemiani. Il Parlamento è regno di burocrazie, procedure, attività anonime da peones. Anche Vito con 20 anni, Martino con 18 Baldini con 17 o Pera con 16 rischiano di naufragare in questo mare magnum. L’elenco dei cento veterani conferma che è demagogico parlare di “nominati”. Chi c’era con il proporzionale è rimasto anche dopo. Il listone però evidenzia due cose: il numero complessivo degli eletti è troppo grande, da ridurre da mille a qualche centinaio. Poi, è inammissibile mantenere il seggio dopo avere cambiato partito. Che è poi il tradimento dell’unico rapporto vero tra eletto e voto. (l'Opinione)

1 commento:

Anonimo ha detto...

AMICI DE L'OPINIONE soc.coop.
Presidente ARTURO DIACONALE
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Hai capito l'onione?
pur di beccarsi i quattrini e pagare meno tasse sono una società coop e si beccano i contributi

Arturo come ti piace scrivere con i soldi nostri, verooo?
perchè non fai come il fatto quotidiano? nessun contributo, solo la forza dei lettori,
I SOLDI TE LI DEVI GUADAGNARE; SE VALI I LETTORI COMPRANO IL TUO GIORNALE ALTRIMENTI CAMBI MESTIERE!!!

Bello fare il liberista con i soldi dello Stato!!!